Raga questa è la mia prima FF!!
All'inizio è twincest, poi l'attenzione si sposta su altro...
Premetto che è tutto inventato, le vicende sono tutte inventate!!
Posto i primi 3 capitoli... E se vi piace la continuo!! E' già abbastanza avanti!!
Fatemi sapere!
ZIMMER 483
CAPITOLO 1
- Ci siamo ragazzi!!- disse il manager ai Tokio Hotel poco prima di esibirsi a Milano. – Stasera dovete dare davvero il meglio di voi, questo concerto è importantissimo!! Mi raccomando!! E adesso andate! E ricordate che siete i migliori!!-
Incoraggiati da queste parole i quattro ragazzi, Bill, Tom, Georg e Gustav salirono sul palco, accompagnati da grida e urla delle oltre 10000 persone presenti quella sera al DatchForum di Milano. I ragazzi si guardarono tra loro felici di poter regalare quelle emozioni a centinaia e centinaia di fans…
Cominciarono a esibirsi con “Ich bin nicht ich” con le grida degli spettatori come sottofondo. Lui, Tom, sentiva una strana sensazione quella sera mentre guardava il fratello cantare… “E’ mio fratello” pensò “siamo così uguali… Io sono parte di lui come lui è parte di me…” Sentiva un’emozione nuova, diversa… Non era semplice affetto fraterno, lo sentiva. Stava diventando qualcosa di più, qualcosa di cui lui aveva una gran paura.
Dopo diverse canzoni ecco il turno di “In die nacht”. E proprio mentre Bill cantava la parte “ Du bist alles was ich bin…” si girò verso il fratello e lo guardò, come a volergli dedicare quella parte, e Tom restò bloccato a guardarlo: Bill se ne accorse ma non capì il motivo della reazione del fratello che non suonava più mentre Georg e Gustav continuavano a suonare rendendosi conto poco dopo di quello che stava accadendo.
Tom si sbloccò e si riprese quasi subito facendo tirare un sospiro di sollievo agli altri ragazzi che considerarono ciò un’eccessiva improvvisata del loro chitarrista… Ma Bill aveva capito che c’era qualcosa di strano, gli bastava guardare il fratello negli occhi per capirlo, e per tutto il concerto non accadde più nulla.
Al termine dell’esibizione Georg si avvicinò a Tom:
- Tom ma che ti è preso?? Avevamo detto niente improvvisazioni accidenti! Ti rendi conto che ci siamo salvati per un pelo??? –
- Georg… scusami, non è stata un’improvvisazione… Ho sbagliato accordo e per un attimo sono entrato nel panico… -
- Va bene, scusami tu… Sono stato troppo duro… È che davvero, per una volta, ho avuto paura di fare un flop-
- Georg non succederà più…-
- Tranquillo! Ma adesso andiamo altrimenti ci lasciano qui – disse Georg strizzando l’occhio a Tom mentre gli indicava Bill e Gustav che erano già molto più avanti di loro.
E fu proprio in quel momento che accadde una cosa strana: Gustav disse qualcosa a Bill, il quale dapprima scoppiò a ridere e poi abbracciò fraternamente il batterista. Tom nel vedere quella scena si disse che non c’era niente di male, insomma era un abbraccio tra amici, ma dentro di se stava ardendo dalla gelosia, e senza rendersene conto tirò un pugno a Gustav, che cadde a terra con il naso sanguinante.
-Tom!! Cosa fai?!? – Esclamarono Bill e il manager che era arrivato proprio in quel momento per complimentarsi con i ragazzi.
- Io… Io non vol… non volevo… - Balbettò Tom.
- Georg vai subito a prendere del ghiaccio per favore! – Disse Bill, che si era chinato su Gustav per accertarsi delle sue condizioni, e Georg tornò dopo pochi minuti con una borsa di ghiaccio in mano per Gustav, che non capiva il motivo di quel gesto, e non osava chiederlo a Tom, che lo guardava impietrito da pochi metri di distanza…
Quando Bill si alzò da terra e si avvicinò a Tom, questo scappò via piangendo e Bill restò impalato non capendo più nulla.
CAPITOLO 2
Bill cercò Tom per tutto il forum, tentò di chiamarlo al cellulare ma era staccato, e non sapendo più dove cercarlo, andò in albergo con gli altri ragazzi.
Alla reception il portinaio che li riconobbe disse: - 4 stanze?-
- No- rispose Bill, - tre –
- Capisco – Ribattè il portinaio. - Signor Listing, camera 481, Signor Schäfer, camera 482, e per lei signor Kaulitz, camera 483. E’ una doppia, per lei e suo fratello.–
- Grazie – Rispose malinconico Bill pensando a suo fratello chissà dove.
Salirono tutti nelle proprie stanze, e dopo aver sistemato le loro cose si riunirono nella stanza di Gustav.
- Gustav, mi dispiace davvero per quello che è successo… Non so proprio cosa sia preso a Tom… - Disse Bill.
-Bill non preoccuparti. Effettivamente non so nemmeno io cosa gli sia preso. Non mi sembra di avergli fatto o detto nulla per scatenare quella reazione… -
- Già…-
- E’ possibile secondo voi un attacco di gelosia? – Disse Georg.
- Gelosia?? – Disse Gustav
- Si… gelosia… Stavi abbracciando Bill quando Tom ti ha mollato il pugno. –
- Ma eravamo solo contenti per l’esibizione andata bene Georg!! –
- Dai Georg non può essere… - Disse Bill-
- Ragazzi non so come la pensate voi ma è davvero strano, comunque Gustav, visto che stai meglio io vado nella mia stanza perché sono davvero stanco… -
- Vai, vai Georg e grazie di tutto! –
- Figurati! Bill tu che fai? Ti trattieni ancora un po’ o usciamo insieme? –
- Vengo con te, sono stanco anche io –
- Buona notte ragazzi –
- Notte Gustav, e se hai bisogno chiamaci. –
Nel corridoio…
- Georg, posso parlarti? –
- Certo! Vieni, entriamo nella mia stanza. –
Entrarono. Bill si sedette su una sedia li vicino e Georg si sdraiò sul letto.
- Ecco volevo chiederti… Davvero pensi sia stata gelosia? -
- Si Bill, secondo me si… Insomma Tom è troppo legato a te, come tu a lui del resto, e secondo me ha avuto paura come dire… di perderti, ecco. –
- Perdermi??!!? Solo perché ho abbracciato Gustav???-
- Si Bill… Secondo me dovresti parlare con tuo fratello… Hai provato a chiamarlo? –
- Si, ma ha il cellulare staccato… Non so più cosa fare, e non voglio dirlo al manager, è una cosa che dobbiamo risolvere tra noi… -
- Già… Che ne dici, andiamo a cercarlo? –
- Ma dove?-
- In qualche locale, magari starà cercando di rimorchiare qualche bella italiana! –
- Georg… -
- Scusa, battuta del cavolo, lo so…-
- Ok dai, andiamo a cercarlo. –
Vagarono per Milano per circa 2 ore, senza trovarlo, e sconsolati decisero di rientrare in albergo.
Nel frattempo Tom passeggiava in un parco buio riflettendo su quello che aveva fatto.
“ Mi sono paralizzato quando Bill mi ha guardato in quel modo… Ho mollato un pugno a Gustav quando lo ha abbracciato… Che mi sta succedendo? No… Non può essere… Mi sto innamorando di lui…” pensò spaventato Tom .
“E adesso? Non potrò più guardare in faccia Gustav, non potrò più vedere Bill senza avere voglia di dirgli quello che sento… La cosa migliore è andare in albergo… MA QUALE ALBERGO?!?!?”
Prese il cellulare, lo accese e si fece dire dal manager in che albergo erano andati, e lui stranizzato, glielo disse, convinto che anche Tom fosse in hotel con gli altri.
- Hotel Tokio – Disse il manager
- Che casualità – Ridacchiò Tom - Grazie – E riattaccò dirigendosi verso l’albergo.
Le 4 del mattino. Bill è ancora sveglio e sta ascoltando un loro cd. Non riusciva a dormire, quando a un tratto vide la porta aprirsi.
- Tom!! Dove sei stato? Che è successo? -
- Bill… Io davvero non so cosa mi è successo… -
- Fratellino hai dato un pugno a Gustav così… senza motivo! Perché? –
- Perché… Perché… Perché ti stava abbracciando… -
Tom si sedette sul letto mentre iniziava “In die nacht”
- Guarda che Gustav non aveva mica intenzione di mangiarmi… Eravamo contenti dell’esibizione e ci eravamo abbracciati, mi spieghi cosa c’è di così spaventoso? -
- Bill non puoi capire… Io… -
- Tom si che posso. Anche al concerto quando ti sei bloccato… Non hai improvvisato… ti è successo qualcosa… Lo so… Cosa c’è Tom? -
- Bill lasciami stare. -
- Tom… -
- Bill ti ho detto lasciami stare!! – Gridò Tom e uscì dalla stanza.
Poco dopo bussò alla porta qualcuno. Bill andò ad aprire sperando che fosse Tom, invece si trovò davanti Georg assonnato che entrò andandosi a coricare nell’altro letto… Quello di Tom.
- Georg che fai? -
- Tuo fratello mi ha chiesto se poteva dormire nella mia stanza… Io ero troppo stanco per protestare, non gli ho neanche chiesto il perché, ora scusami Billuzzo ma io vado a dormire. E ti dispiacerebbe spegnere lo stereo? Ho sonno! –
- Si… Vado in bagno… -
- Fai un po’ quello che ti pare. –
Bill entrò in bagno e si guardò allo specchio: il trucco era ancora li, prese un batuffolo di cotone e iniziò a struccarsi quando al pensiero di Tom nella stanza di Georg gli scivolò una lacrima sul viso, provando una sensazione strana… Una voglia morbosa di abbracciarlo, di tenerlo stretto a lui…
“Mah” Pensò… e dopo essersi lavato il viso andò a dormire.
CAPITOLO 3
L’indomani mattina erano scesi a fare colazione, ma di Tom nemmeno l’ombra, nemmeno in camera.
Erano seduti al tavolo quando Bill lo vide dirigersi verso di loro, e convinto che stesse per andare da lui a dirgli scusa per quello che era successo nella stanza, restò di stucco quando salutò tutti tranne lui. A quel punto Gustav lo guardò quasi spaventato, ma Tom gli chiese gentilmente se potevano fare due passi. Gustav si alzò e si allontanarono insieme.
- Bill ma che è successo stanotte? – Chiese Georg al suo amico.
- Georg ti giuro non lo so… Io volevo solo sapere cosa avesse quando a un certo punto si è messo a gridare e se n’è andato. Tutto mi aspettavo ma non che non volesse dividere la stanza con me. Ma davvero non ti ha detto nulla quando ti ha chiesto di fare cambio di stanza? –
- Beh non è che non mi ha detto nulla… Sono stato io a non chiedergli niente… Bill ti giuro ieri sera non avevo nemmeno forza per parlare, sono venuto subito nella tua stanza per dormire. –
- Ah ok… -
-Gustav, amico mio, non ti sto chiedendo scusa, perché non merito di essere perdonato. Non so nemmeno io cosa mi è preso. Sai… avevo sbagliato al concerto, insomma ieri era proprio una giornata di quelle che… -
-Tom, Tom… Tranquillo… Lo so che capita… Io una volta non ho trovato le bacchette della batteria e ho dato un calcio a mio padre… gli è rimasto il livido per un mese… -
- Si ma io non avevo nessun motivo per prendermela con te… Spero mi potrai perdonare Gustav… -
- Tom non è successo niente! Stai tranquillo! Adesso però andiamo a mangiare altrimenti quei due non lasciano nulla! –
- No… Vai tu… Io non vengo, vado a fare due passi. Prima però devo salire su in camera un momento. –
- Come vuoi. –
-Gustav che è successo? – Chiese Georg
- Nulla, si è scusato… Poverino, è strano… Lo vedo che sta male… -
- Ma dove è andato?- Disse Bill.
- Sta salendo in camera, deve prendere una cosa e poi va a fare un giro –
E senza dire una parola Bill si alzò e salì nella sua stanza, la stanza 483. Troppe coincidenze… Lo avevano mandato proprio al Tokio Hotel e gli avevano assegnato la Zimmer 483…
Aprì la porta e c’era lo stereo acceso con “Rette mich” e Tom che stava disteso sul letto di Bill.
- Tom! -
- Bill che ci fai qui? –
- Sentimi bene o mi spieghi cosa c’è o non ti parlo più per un mese – Disse Bill con tono scherzosamente bambinesco.
- Bill io… Ho bisogno di te… -
- Sono qui Tom – disse abbracciandolo – sono qui-
Mentre lo abbracciava sentì un’emozione improvvisa che lo avvolgeva, un’emozione strana, mai provata prima…
- Bill io ho bisogno di te… -
- Tom anche io… Ricordi… c’è una canzone che fa “ Du bist alles was ich bin…” –
E proprio in quel momento Tom si alzò di scatto e si mise vicino alla finestra…
- Tom che c’è? –
In quel momento iniziò “In die nacht” e Bill si avvicinò a lui dolcemente.
Tom accarezzò il viso morbido di Bill, si sentiva svenire, e con l’altra mano lo avvicinava a sé, sempre di più… ancora di più… Finchè sentì sul suo viso il respiro affannato di suo fratello che, consapevole di quello che stava per succedere, restò immobile.
Tom voleva baciarlo, si avvicinò ancora di più al suo viso, alle sue labbra, così morbide e belle…
“Du bist alles was ich bin…” passò alla radio e Tom lo baciò.
Un bacio dolce, morbido. Bill restò con le labbra chiuse, sentiva però il desiderio di ricambiare il bacio del fratello, voleva farlo, doveva farlo… Ma non ne ebbe il coraggio.
Si spostò, guardò Tom e se ne andò.
Scese di corsa le scale… Poi a un certo punto si voltò e vide Tom dietro di sé.
- Che ci fai qui? -
- Bill è questo quello che mi sta accadendo, mi sono innamorato di te!! –
- Tom non dire sciocchezze – disse spaventato Bill – non è amore, è semplicemente affetto, molto affetto –
- Non dirlo a me, non sei tu che provi quello che sto provando io! –
Invece Bill pensò che era esattamente la stessa cosa, anche lui si era innamorato di suo fratello, ma aveva paura di dirlo, di rivelarglielo…
- Sarà la fine di tutto Tom, la fine dei Tokio Hotel, la fine della nostra famiglia… la fine di noi due… -
- Bill… Io sto male… Io ti amo! –
Bill si sentì gelare. Quanto avrebbe voluto dirglielo…
- Tom… è meglio che io vada… - disse Bill, e tornò nella sua stanza, la zimmer 483.
Tom rimase così, per le scale. Ma decise di andare da suo fratello, che dentro di sé non aspettava altro che questo.
Appena lo vide entrare gli corse incontro e lo abbracciò con tutto se stesso; Tom lo spinse dolcemente verso il muro e cominciò a baciargli lentamente il collo, piano piano, salendo sempre di più… Sempre più pericolosamente verso le sue labbra. Lo guardò negli occhi, capì quanto era spaventato Bill e gli accarezzò il viso, e tutto d’un tratto lo baciò.
Bill tenne le labbra chiuse… ma questa volta solo per qualche secondo, e accarezzò il collo di Tom, che incoraggiato da quel gesto, spinse la sua lingua tra le labbra di Bill, il quale ricambiò quel bacio… Il loro primo bacio… Dolce, pieno di amore, di voglia…
Tom con delicatezza gli sfilò la maglietta e si sentì morire nel vedere suo fratello così… Anche Bill gli tolse la maglietta e lo spinse lentamente verso il letto. Gli sbottonò i jeans extralarge con mano tremante, sapeva che quello che stava per succedere era sbagliato ed ebbe un sussulto, ma Tom fece altrettanto: sfilò i jeans di suo fratello e restarono in boxer tutti e due.
Nessuno di loro aveva il coraggio di andare avanti e restarono così a baciarsi dolcemente sul letto, in quella stanza, in quell’hotel, il Tokio Hotel, che sarebbe presto diventato per loro qualcosa di speciale…